Ecco un argomento su cui mi tocca stare bene attento. Sembra una sciocchezza, ma è facile confondersi quando si parla di tortellini! Andiamo per gradi, piano piano, così evito di fare figuracce con gli amici dell’Emilia. Allora, come saprai, il tortellino è una pasta all’uovo, ripiena, tipica delle città di Bologna e Modena. E fin qui ci siamo. Il termine “tortellino” è semplicemente un derivato di tortello, ovvero “piccola torta”.
Ma com’è nato questo alimento? Lo sapevi che le sue origini sono avvolte nella leggenda?
La leggenda del “divino” tortellino
È un po’ una favola culinaria, e quindi voglio parlartene con ironia, proprio come se ti stessi raccontando una fiaba antica.
C’era una volta (e sì, te l’ho detto che è proprio una favola) a Castelfranco Emilia una locanda di nome Corona. In quel tempo, sferzavano battaglie tra bolognesi e modenesi, e una sera, sfiniti, gli dèi Bacco, Marte e Venere si rifugiarono in quella locanda per trovare riposo dopo una giornata di lotte.
Si narra, poi, che al mattino Bacco e Marte se ne andarono, lasciando Venere ancora beatamente intenta a dormire (ecco, sugli eventuali bagordi delle tre divinità è meglio soprassedere).
Quando lei si svegliò chiamò il locandiere, che arrivò trovandola ancora senza veli. L’uomo, poco dopo, tornò in cucina senza riuscire a togliersi dalla testa la visione del bellissimo corpo della dea. Quindi prese un pezzetto di pasta sfoglia e la modellò e ripiegò, dandole la forma dell’ombelico di Venere.
Certo, secondo un’altra versione della leggenda, pare che la donna in questione non fosse la dea Venere ma una nobildonna, tuttavia a me piace pensare che il tortellino, con la sua bontà divina, sia l’ispirazione di una dea!
Dagli avanzi all’eccellenza
Ma torniamo sulla terra: da dove viene davvero il tortellino? Come molti gustosi piatti italiani, anche il tortellino ha origini “povere”, nato dall’intento di riutilizzare gli avanzi. Di necessità virtù. Si sa che, in cucina, lasciarsi andare alla creatività ci porta spesso a scoprire buonissime novità. Non bisogna mai aver paura di creare, ai fornelli!
Sai riconoscere i veri tortellini?
Premessa fondamentale: i tortellini non vanno mai, e dico mai, confusi con i cappelletti, da cui differiscono molto per gli ingredienti utilizzati. Quindi, mi raccomando, fai attenzione… soprattutto se hai amici emiliani a cena!
Detto ciò, devi sapere che esiste una data precisa in cui è stato definito ufficialmente come deve essere fatto il tortellino. Il 7 dicembre del 1974. Fu proprio in questa data, infatti, che la Dotta Confraternita del Tortellino e l’Accademia della Cucina Italiana depositarono, con tutte le bollature di rito, la ricetta originale dei tortellini tradizionali. Eccola: una sfoglia, di farina e uova, di 6 decimi di millimetro. E il ripieno?
- Lombo di maiale
- Prosciutto crudo
- Mortadella di Bologna
- Parmigiano Reggiano
- Uova
- Noce moscata.
Attenzione, però: il tortellino bolognese è fatto col ripieno a crudo, mentre quello modenese col ripieno cotto.
E sì, credimi, un bolognese o un modenese non esiterebbero a dirti che si tratta di una differenza fondamentale!