Ficodindia dell’Etna DOP: caratteristiche e produzione

Il ficodindia dell’Etna è un’eccellenza del panorama ortofrutticolo italiano. La pianta, naturalizzata in tutto il bacino del Mediterraneo, trova il suo habitat ideale in Calabria, Sardegna, Salento e Sicilia. Frutto succulento delle famiglie delle cactacee, il ficodindia proviene dalle lontane Americhe, in particolare dal Messico. Il nome deriva proprio dalla terra d’origine del prodotto, visto che un tempo si credeva che le Americhe fossero le Indie. 

In Sicilia le piante di ficodindia crescono spontaneamente, fornendo all’intera isola frutta di alta qualità. Non è un caso se il nostro paese, dopo il Messico, è il maggiore produttore su scala mondiale. Il legame del frutto con il territorio è suggellato anche dal suo inserimento nella lista dei prodotti tipici siciliani a denominazione di origine protetta (DOP). Originario delle aree a terreno lavico, secco e asciutto, il ficodindia cresce in diversi comuni della Sicilia centro-orientale dell’isola. La produzione più massiccia si registra nella provincia catanese, tra San Cono, Paternò, Adrano, Biancavilla, Belpasso, Motta Sant’Anastasia e Santa Maria di Licodia.

In Sicilia le tecniche di coltivazione del ficodindia dell’Etna seguono tradizioni secolari. La fioritura avviene tra maggio e giugno con formazione di frutti verdi. Per ottenere un ficodindia migliore si usa una tecnica detta della “scozzolatura”. Con questo sistema si eliminano i frutti fioriti per ottenere fichi più grandi e succulenti. La seconda fruttificazione si ha nel periodo autunnale, fra ottobre e dicembre, e dà luogo a frutti denominati “bastardoni” o “bastarduna”.

La scozzolatura del ficodindia dell’Etna

La scozzolatura è una tecnica scoperta casualmente, a causa di una lite tra proprietari terrieri confinanti. Uno dei due, per fare un dispetto all’altro, di notte “scozzolò” (rimosse, fece cadere) i fichidindia di alcune piante. Le piante colpite, dopo qualche mese, maturarono frutti decisamente più grandi, succosi e saporiti rispetto alle altre. Questa tecnica fu poi sviluppata e utilizzata per ottenere fichi denominati “fioroni” o “bastardoni”.

La scozzolatura avviene a mano, staccando i frutti uno ad uno e facendo attenzione a non danneggiare la pianta. Il Ficodindia dell’Etna della seconda fioritura matura tardivamente, quando le quotazioni del frutto sono di maggiore interesse. Quelli di primo fiore maturano invece tra fine luglio e settembre, e hanno in genere dimensione ridotte.

Da agosto a dicembre in Sicilia si assiste a un vero trionfo di  questo frutto esotico. Il ficodindia dell’Etna è infatti presente in 3 diverse varietà: la gialla, denominata “suffarina”, la rossa nota come “sanguigna”, e la bianca detta “moscateddu”.

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Ciro Cristian Panzella