Nella tradizione gastronomica dell’Emilia Romagna, la piadina romagnola occupa un posto sicuramente speciale. Amata, conosciuta e imitata in tutto il mondo, la piadina è una pietanza tanto umile quanto irresistibile. L’impasto per la sfoglia è realizzato con ingredienti semplici: farina, acqua, bicarbonato, lievito, sale e strutto (sostituito nelle varianti più leggere o vegane da olio d’oliva). Secondo la ricetta originale, la piadina romagnola andrebbe cotta su uno speciale piatto in terracotta, ma sempre più spesso si utilizzano piastre metalliche o in pietra (dette anche testi romagnoli).
Sulle tavole della Romagna la piadina è un alimento immancabile. Viene servita come accompagnamento ai salumi in sostituzione del pane, oppure farcita a piacere come piatto unico. Le possibilità di ripieno non conoscono limiti. Le versioni più diffuse sono forse quelle con crudo e formaggio cremoso (squacquerone) e rucola, oppure salsiccia e verdure (erbette, cipolla, peperoni). Il sapore neutro della piadina romagnola si sposa perfettamente con qualsiasi ingrediente, dolce o salato.
Storia della piadina romagnola
Le origini della piadina romagnola sono antichissime, probabilmente etrusche. Il misterioso popolo consumava infatti, in sostituzione del pane, delle focaccine basse a base di acqua e farina di cereali. La preparazione, inglobata dall’impero romano, è sopravvissuta fino al Rinascimento. La ricetta di questa antenata, gradualmente abbandonata dalla cucina nazionale, continua a esistere a lungo come cibo dei poveri e dei contadini, che non avevano altro sostentamento a parte questo basilare impasto di acqua e farina. È solo negli anni ’50, con il boom di turisti stranieri in vacanza in riviera, che la piadina romagnola diventa una vera e propria gemma della cucina regionale e italiana. I tradizionali chioschetti disseminati nelle strade dei comuni romagnoli sono presi d’assalto e iniziano a moltiplicarsi.
La piadina romagnola si trasforma così in un vero e proprio monumento della cucina nazionale, servito e gustato ben oltre i confini dell’Emilia Romagna è ormai divenuto un simbolo dello street food italiano. La ricetta proposta dallo chef è per circa 6/7 piadine. Il numero di pezzi varierà ovviamente in base allo spessore della pasta. A Rimini, per esempio, la piadina romagnola è sottile e ben cotta, mentre nelle zone interne di Cesena e Forlì è più alta e asciutta. Preparare la vera piadina romagnola è facile, basta seguire i passaggi indicati di seguito e il gioco è fatto.
Ricetta piadina romagnola
Ingredienti
- 500 di farina per piada (meno raffinata della 00)
- 100 grammi di strutto
- 6 grammi di sale
- 225 grammi di acqua appena tiepida
- Mezzo cucchiaino di bicarbonato di sodio
Procedimento
In planetaria, o su una spianatoia, lavora la farina con il sale, il bicarbonato, l’acqua e lo strutto fino a ottenere un impasto liscio e compatto.
Dividi la pasta in 5 pezzi da 160 grammi circa, forma delle palline e lasciale riposare in un contenitore chiuso ermeticamente almeno 30 minuti. Più riposa la pasta e meglio si stenderà successivamente.
Stendi le palline con il matterello ad uno spessore di 3 millimetri circa.
Cuoci le piadine sul testo fatto precedentemente scaldare a fiamma bassa. La piada deve cuocere lentamente, un paio di minuti per lato. Durante la cottura, vedrai formare delle bolle che delicatamente farai sgonfiare picchiettandole con la spatola o con una forchetta.
Adagia le piadine su una griglia, (quella del forno va benissimo) e prosegui con la cottura di tutte le piade.
Farcisci le piadine con prosciutto crudo, squacquerone e rucola, oppure con ingredienti vari come salumi affettati, formaggi, insalate, fettine di pomodoro, verdure grigliate o gratinate.
Per una piadina più leggera ( o vegana) è possibile sostituire lo strutto con pari peso di olio di oliva.
E’ possibile preparare in anticipo le piadine facendo una veloce precottura di 1 minuto per lato fino a quando incominciano a colorare. Al momento di consumarle, scalda nuovamente il testo e termina la cottura ancora per 1 minuto per lato.