Sarde in saor, sapori di Venezia

Simbolo della cucina veneziana, le sarde in saor sono uno dei piatti più celebri della tradizione regionale veneta. Questa preparazione, servita solitamente come antipasto, prevede che le sarde siano fritte e servite con cipolle caramellate in agrodolce, uvetta e pinoli. “Saor” in dialetto veneto significa sapore, un nome che racchiude l’essenza della ricetta: ingredienti poveri e semplici trasformati in un’esplosione di gusto attraverso metodi di cottura e conservazione geniali. Citate già da Goldoni, e inserite in un libro risalente addirittura al 1300, le sarde in saor sono più di un semplice piatto, sono un vero simbolo di Venezia e un elemento essenziale della cultura cittadina.

Un po’ di storia del saor 

Il piatto ha una storia antichissima, ma non è chiaro la sua origine sia ebraica o veneziana. Si sa però che il saor è un sistema usato da tempo dai marinai veneti per conservare il pescato sulle navi. Il pesce, una volta fritto, veniva messo tra strati di cipolle e posto in recipienti di terracotta mantenendosi ottimo per giorni (non a caso, ancora oggi, in Veneto consigliano di mangiare le sarde in saor dopo un giorno dalla cottura). L’uva passa è un’aggiunta successiva alla ricetta, legata probabilmente alla necessità di rendere il tutto meno forte e più facile da digerire, mentre i pinoli sono l’ingrediente più recente.

La cipolla ha una funzione essenziale nella preparazione delle sarde in saor, poiché serviva ad annientare i batteri e favorire la conservazione del pesce. La quantità di cipolla da inserire nel piatto è ancora oggi oggetto di dibattito tra i veneziani stessi, diverse fonti riportano tuttavia il rapporto corretto come 2:1, vale a dire 2 chili di cipolla ogni chilo di sarde.
Accompagnate da un buon bicchiere di vino bianco veneto, le sarde in saor sono un antipasto facile da preparare e di sicuro effetto per coccolare i tuoi ospiti. Prova subito la ricetta!

Ricetta sarde in saor

Ingredienti

  • 600 grammi di sarde pulite e aperte a portafoglio
  • 250 grammi di aceto di vino bianco
  • 20 grammi di zucchero
  • 1,2 chilogrammi di cipolle pulite
  • 2 foglio di alloro
  • 50 grammi di pinoli
  • 50 grammi di uvetta sultanina ammollata in acqua tiepida per 20 minuti
  • olio extra vergine di oliva
  • sale fino
  • pepe in grani
  • olio di arachidi per friggere.

Procedimento

Sbuccia le cipolle, tagliale a metà e immergile per 30 minuti in una ciotola con acqua fredda.
Per aprire le sarde a portafoglio occorre staccare la testa tirando via le interiora.

Passa il pollice lungo la spina dorsale del pesce da ambo i lati, estrai la lisca badando di lasciare uniti i 2 filetti di ogni sarda.

Infarina le sarde da ambo i lati, friggi in abbondante olio di semi, sgocciola su carta assorbente e sala.

Taglia le cipolle, falle appassire in padella con un filo d’olio di oliva a fuoco dolce finché diventano trasparenti e si saranno ammorbidite. Irrora con l’aceto di vino, lo zucchero, un pizzico di sale fino e lascia cuocere per 5 minuti.

In una terrina con i bordi alti disponi uno strato di sarde fritte, ricopri con cipolle brasate, cospargi una manciata di pinoli e di uvetta, qualche foglia di alloro e procedi con un altro strato di sarde, cipolle, uvetta e pinoli, chicchi di pepe in grani fino ad esaurimento degli ingredienti. Ricopri il tutto con il fondo di cottura intiepidito e copri con pellicola. Lascia riposare in frigo per 1 giorno.

Info autore
Ciro Cristian Panzella