Montalcino, località situata sulle colline della Val d’Orcia in provincia di Siena, era conosciuta già da secoli per il buon vino, ed è salita alla ribalta mondiale grazie alla produzione dell’ormai famosissimo vino Brunello. Prodotto molto importante sia per l’economia del territorio che per l’enogastronomia mondiale, il brunello di Montalcino ha una sua storia.
Brunello era il nome della vite, che tradizionalmente veniva coltivata a Montalcino, la quale, dopo approfonditi studi, verso la metà del XIX secolo, viene identificata come una varietà del vitigno sangiovese. Il Brunello che si conosce oggi, nacque qualche anno dopo l’Unità d’Italia tra il 1860-1870, un periodo in cui si fecero i primi tentativi per vinificare l’uva in purezza facendolo maturare nelle botti. Il risultato fu sorprendente!
Caratteristiche del Brunello di Montalcino
Prodotto esclusivamente da uve del vitigno Sangiovese, coltivate nel territorio del comune di Montalcino ad una altitudine non superiore a 600 metri sul livello del mare. Il disciplinare di produzione del Brunello di Montalcino, frutto di antiche tradizioni che hanno reso questo prodotto famoso in tutto il mondo, fissa le regole a partire dalla resa dell’uva per ettaro coltivato, la quantità massima di uva ammessa alla produzione, le condizioni per la coltura e della durata dell’affinamento in botti di rovere.
Il vino si presenta visivamente limpido con colore rosso rubino tendente al granato, con sentori del caratteristico profumo di piccoli frutti a bacca che crescono nel sottobosco. Sapore caldo, asciutto e robusto, e con un tasso alcolico minimo di 12,50%.
Abbinamenti consigliati
In gastronomia il brunello di Montalcino, che deve essere bevuto a temperatura ambiente e scaraffato in ampolle di vetro, viene generalmente servito in bicchieri ampi e panciuti. Crea una eccellente armonia con piatti strutturati come quelli a base di carni rosse o di selvaggina abbinate a funghi o tartufo. Si sposa egregiamente con i salumi, specialmente quelli toscani, ma anche con formaggi molli e stagionati come tome e formaggi semiduri. Uno su tutti? Il pecorino toscano.
Riconoscimenti
Soltanto dopo il 1926 il vino cominciò ad avere una commercializzazione all’estero con esportazione anche negli Stati Uniti d’America. Negli anni 50 il Brunello da una prelibatezza per pochi, diventò un simbolo mondiale del made in Italy. Nel 1966 ottenne il marchio DOC quale vino a denominazione di origine controllata. Nel 1980 divenne il primo prodotto nazionale a essere tutelato dal marchio DOCG come prodotto d’origine controllata e garantita.
Il Brunello di Montalcino conquistò il mercato mondiale soltanto nell’ultimo decennio del secolo scorso, e la città di Montalcino fece da battistrada anche a un altro importante fenomeno: il turismo enogastronomico, con le prime cantine attrezzate per le visite guidate.
Nel 1999 la rivista Wine Spectator inserisce il brunello di Montalcino tra i migliori 12 vini del XX secolo e nel 2006 colloca il vino in cima alla classifica mondiale. Nel 2010 è stato dichiarato il migliore rosso del mondo dall’international Wine di Londra, ed una nota cantina fiorentina ha vinto il premio speciale Vinitaly. Inoltre è stato anche scelto come il miglior rosso dell’anno dalla guida del Gambero Rosso.