Formajo imbriago PAT, sintesi delle eccellenze venete

Il formajo imbriago (letteralmente “formaggio ubriaco”) è un prodotto tipico del Veneto, una particolare varietà di formaggio che unisce due eccellenze regionali: quella casearia e quella vinicola. Inserito tra i Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) del nostro paese, questa delizia della gastronomia veneta nasce in provincia di Treviso ed è una preparazione tipica del mondo contadino e del suo ingegno.

La sua particolarità consiste nel processo di ubriacatura, che conferisce al formaggio un sapore davvero unico. Il formajo imbriago può essere realizzato con diverse qualità di formaggio, soprattutto Asiago, Montasio e Monte Veronese.

Dopo la stagionatura le forme vengono immerse nella vinaccia non torchiata e lasciate a maturare per un periodo variabile, che può andare dai 10 ai 30 giorni. Il risultato è un formaggio da tavola grasso o semigrasso, più o meno aromatico in base ai tempi di stagionatura. La crosta è dura e il suo colore dipende dal tipo di vitigni utilizzati: gialla se se le uve sono bianche, viola intenso se sono rosse.

Un formaggio figlio della guerra e dell’astuzia

Secondo le testimonianze storiche il formajo imbriago nasce per caso, figlio dalla necessità e dell’astuzia delle popolazioni rurali in Veneto. Sembra infatti che durante la Grande Guerra, per evitare che le truppe austriache razziassero le loro dispense, i contadini trevigiani nascosero le scorte di formaggio nello scarto dell’uva spremuta. Con grande sorpresa scoprirono che il trattamento conferiva al formaggio un gusto niente male. L’imbriacatura diventò così un procedimento di routine, trasformando il formajo mbriago in un vanto della tradizione regionale.

Un’altra versione della storia racconta invece di un contadino troppo povero per oleare le forme durante la produzione, tanto da essere costretto a sostituire l’olio con il mosto d’uva. Perfetto per sfiziosi aperitivi e antipasti originali, il formajo imbriago è esaltato da uve simili a quelle utilizzate in fase di maturazione.

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Ciro Cristian Panzella