Pandoro di Verona PAT, eccellenza della pasticceria veneta

Il pandoro di Verona è uno dei prodotti tipici veneti più rinomati, un eccellenza dell’arte dolciaria non solo regionale ma anche italiana, che per tradizione è divenuto insieme al panettone milanese, il simbolo della gastronomia natalizia. La ricetta del pandoro è frutto di un sapiente dosaggio di farina forte, burro, uova, zucchero e di tempi di lievitazione ben precisi, che rendono questa preparazione unicamente soffice, morbida e fragrante. Il pandoro di Verona su richiesta della regione Veneto, è stato inserito dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali nella lista dei prodotti italiani agro alimentari tradizionali (PAT).

Storia del Pandoro di Verona

Il pandoro appare a Verona per la prima volta alla fine dell’800, quando nelle pasticcerie scaligere era ancora usanza consumare dolci di origine del vicino regno austro-ungarico. Il pandoro conquistò subito il palato dei veronesi, grazie alla sua bontà e per essere di produzione rigorosamente locale.

La storia del pandoro nasce a Verona dopo l’unità d’Italia. Nel 1894 alcuni pasticceri di Verona si contendevano la paternità del pandoro, ma il signor Domenico Melegatti brevetta la sua ricetta del Pandoro di Verona, di cui vanta la prova pratica con “l’Attestato di privativa industriale” consegnatogli dal Ministero dell’Agricoltura Industria e Commercio del Regno d’Italia datato 20 marzo 1894.

Questo dolce è senza dubbio una invenzione geniale tutta scaligera, ed il suo successo è legato alla tradizione veronese del Natale. Le cronache raccontano che all’epoca in cui Domenico Melegatti brevettò il suo dolce, esisteva una gran contesa per vantare il merito di chi a Verona producesse il miglio pandoro. Questa contesa favorì la nascita di altri marchi che producevano il dolce veronese, su tutti Bauli e Paluani, che con il “Sior Domenico” contribuirono a far di Verona una città simbolo della tradizione dolciaria italiana.

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Ciro Cristian Panzella