Nnuje, antico salume della tradizione abruzzese

Le nnuje, dette anche o annuje, sono un prodotto tipico abruzzese, un salume di antiche origini diffuso in diverse aree interne, in particolare a Teramo. Ricetta di recupero della tradizione contadina, quella delle nnuje è una preparazione povera ma ricca di gusto, storicamente legata alla macellazione del maiale. 

Le nnuje sono una specie di incrocio tra salsiccia e salame, realizzate con trippa e pancetta suina insaccate in un budello. La carne, tagliata e lessata, è condita con aromi che variano in base alle usanze locali, ma che includono solitamente rosmarino, alloro, aglio e scorza di arancia. I budelli, una volta riempiti, vengono legati a mano e fatti riposare. È prevista anche una fase di spurgatura vicino al camino, per permettere al salume di asciugarsi prima di essere cucinate. Secondo diverse fonti, il nome nnuje deriva dal francese andouille (salsicciotto) e risale all’occupazione del Regno di Napoli ad opera di Gioacchino Murat. L’importanza delle nnuje nella gastronomia regionale abruzzese è testimoniata dal loro inserimento nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali (PAT).

Storia e preparazione delle nnuje

Le nnuje confermano che del maiale non si butta via niente. Si tratta infatti di una preparazione di recupero, artigianale e famigliare. Un rito che veniva onorato puntualmente tra dicembre e gennaio, quando il maiale veniva ucciso e lavorato quasi in ogni casa. Con l’abbandono della macellazione domestica la tradizione di questo salume si è andata pian piano diradando, rendendo questo prodotto tipico abruzzese sempre più raro.

Queste salsicce vanno mangiate fresche, a pochi giorni dalla produzione, non appena termina la fase di asciugatura. Per cuocerle basta adagiarle su una teglia e ricoprirle di acqua, olio e vino bianco, lasciandole sul fuoco fino a quando non risultano rosolate. Servite calde, meglio se accompagnate da un buon calice di Montepulciano d’Abruzzo e da un contorno di stagione, le nnuje porteranno a casa tua i sapori intensi e genuini della cucina abruzzese di una volta.

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Ciro Cristian Panzella